GINOCCHIO
Chirurgia protesica del ginocchio
La moderna chirurgia ortopedica è in grado di curare efficacemente le malattie degenerative delle articolazioni, essenzialmente l'artrosi primitiva, ossia il fisiologico invecchiamento e degrado delle articolazioni corporee. Grazie alle ultime evoluzioni delle tecniche e dei materiali, frutto di importanti studi ed applicazioni bio-ingegneristiche, ad oggi l'impianto di una protesi articolare consente di ottenere un risultato duraturo negli anni , ed è in grado di togliere il dolore e di restituire mobilità e funzionalità normali e, in una persona efficiente e giovane, fornisce la possibilità di praticare anche alcune attività sportive.
La chirurgia protesica consiste nel sostituire l’articolazione del ginocchio, alterata profondamente nell’anatomia e nella funzione dal processo artrosico o dall’artrite reumatoide, con un’articolazione artificiale composta da una componente femorale e da una tibiale, con un inserto in polietilene ad altissimo peso molecolare. La protesi può essere totale, quando viene ricostruito integralmente sia il femore che la tibia; oppure mono-compartimentale, quando viene ricostruito un solo compartimento del ginocchio (il femoro-tibiale mediale nel ginocchio varo o quello laterale nel ginocchio valgo). Il Dr. Facchinetti impiega dai 50 ai 70 minuti per la protesizzazione del ginocchio. La ripresa della deambulazione si verifica in I o II giornata dall’intervento. IL paziente protesizzato al ginocchio è in grado di riprendere tutte la attività abituali e senza limitazioni nell’arco medio di due mesi. Nella casistica personale, sono alquanto numerosi pazienti giovani, dai 45 ai 60 anni, che dopo tre mesi hanno ripreso la normale pratica dei propri sport come ad esempio il tennis, lo sci ed il nuoto.
Importante spiegare che la chirurgia protesica del ginocchio sia di primo impianto che di revisione , è una chirurgia personalizzata, valutata e scelta sempre in rapporto all'età ed alla gravità della deformità scheletrica, primitiva o acquisita.
La scelta della protesi viene fatta dal chirurgo che interpreta nel modo più corretto i parametri da cui emergono le indicazioni per l'utilizzo di un tipo di protesi piuttosto che dell'altro (sesso, età, indice di osteoporosi, necessità di performance ecc).
L' indicazione chirurgica viene generalmente effettuata solo dopo aver eseguito una terapia conservativa di tipo farmacologico e fisioterapico, per ripristinare o mantenere la funzionalità dell'articolazione più a lungo possibile.
La protesizzazione del ginocchio è quindi una procedura affidabile, con risultati favorevoli nel tempo.
La metodica chirurgica è sempre altamente specializzata e standardizzata, ed al tempo stesso personalizzata al singolo paziente con l'obiettivo di essere il più mini-invasivi possibile, cioè cercando di essere conservativi su cute e sottocute ma ancor di più di mantenere integre le strutture muscolari e capsulo legamentose periarticolari. Dopo l'intervento la degenza media presso il reparto è di 5-7 giorni. Il paziente viene in seguito indirizzato al reparto di riabilitazione per proseguire il trattamento rieducativo.
Il Chirurgo ortopedico, l'anestesista, l'infermiere, il fisiatra ed il fisioterapista devono lavorare in stretta collaborazione per ottenere il miglior risultato clinico funzionale per il paziente. La elevata specializzazione di ciascuno offre le migliori garanzie per il successo e la durata dell'impianto protesico.
INFORMAZIONI DI CARATTERE TECNICO PER IL PAZIENTE
Prima dell’intervento
Il paziente viene ricoverato solitamente il giorno prima dell’intervento. Il giorno dell’ammissione in ospedale verranno effettuati gli esami preoperatori non ancora effettuati in precedenza (per es. radiografia torace, prelievo sangue, elettrocardiogramma,… a dipendenza del paziente), la visita del medico del reparto e/o del chirurgo e del medico del team responsabile dell’anestesia. In questa occasione è ancora tempo di fare domande ai medici su aspetti ancora poco chiari perché il paziente deve dare il suo consenso all’intervento confermando che è al corrente dei benefici e rischi della procedura proposta. Questo foglio informativo vi aiuta a ricevere le dovute informazioni.
Il giorno dell’operazione il paziente si prepara all’intervento assistito dall’infermiere. Il paziente indossa un camice e cuffia. I gioielli, occhiali, lenti a contatto, protesi dentarie saranno tolti. Il paziente viene portato in sala operatoria circa una mezz’ora prima dell’intervento.
L’operazione è eseguita nella maggioranza dei casi in anestesia perdurale o spinale (iniezione dell’anestetico a livello della schiena ciò che addormenta gli arti inferiori) e a volte in anestesia generale. L’anestesista illustrerà e motiverà il metodo di anestesia prescelto durante il colloquio preoperatorio. Sempre più spesso vengono associati diversi tipi di anestesia in modo da assicurare una analgesia post-operatoria continua (anestesia locoregionale lasciata in sede dopo l’intervento in modo da lasciare parzialmente addormentata la gamba operata grazie ad’ un catetere inserito a livello della coscia). Una buona analgesia post-operatoria permette una rieducazione precoce e indolente. Spetta comunque all’anestesista di decidere e scegliere il metodo più idoneo a secondo del paziente.
Il paziente non deve assolutamente ne mangiare ne bere 6 ore prima dell’intervento. Prima dell’operazione, l’operabilità del paziente viene valutata tramite l’esame clinico, esame di laboratorio e la valutazione dell’anestesista o di altri specialisti secondo il caso (per es. cardiologo, internista,…). A volte si può rinunciare di eseguire l’intervento se i medici considerano che un paziente in cattive condizione di saluta abbia troppe possibilità di sviluppare una complicazione grave.
Statisticamente dopo 15 anni più del 95 % delle protesi sono ancora in grado di funzionare bene. Raramente può essere necessario eseguire un intervento di revisione o sostituzione della protesi in caso di usura precoce o scollamento . Approfittate della proposta del vostro chirurgo di eseguire regolarmente dei controlli clinici e radiologici anche dopo alcuni anni. Grazie alla sua esperienza il medico che l’ha operato è in grado di riconoscere precocemente eventuali complicazioni.
I vari controlli post-operatori con radiografie sono eseguiti dopo 1, 3, 6 mesi 1, 2, 5, 10 anni
L’intervento
L’intervento di protesi totale del ginocchio dura circa un' ora. L’incisione cutanea è lunga circa 15 cm longitudinale sulla parte anteriore del ginocchio. L’articolazione viene aperta ribaltando la rotula. L’estremità del femore e della tibia sono preparati in modo minuzioso per ricevere l’impianto protetico scelto. I menischi e il legamento crociato anteriore vengono tolti. Tutti gli altri legamenti sono lasciati in sede. A volte la parte articolare della rotula è anche sostituita.
Per posizionare esattamente la protesi il chirurgo utilizza degli strumenti di taglio con guida meccanica oppure è in alcuni casi selezionati guidato dalla navigazione computerizzata.
La ferita è chiusa con dei punti metallici definiti clips o graffe. Nel ginocchio è inserito un tubicino per il drenaggio del sanguinamento e per il recupero del sangue (auto-emo-recupero). Il sanguinamento durante l’intervento è minore perché la circolazione nella gamba operata viene interrotta durante l’intervento mediante ischemia temporanea con laccio alla radice della coscia . Solitamente non è necessario trasfondere il paziente.
Dopo l’intervento
L’analgesia ossia il controllo dei dolori in fase post-operatoria è importante per il benessere del paziente. Perciò vengono amministrati farmaci per via endovenosa (flebo) o tramite un catetere inserito nella coscia oppure in sede peridurale che inietta regolarmente per il tramite di una pompa un anestetico che “paralizza” parzialmente la zona operata.
Il secondo giorno dopo l’intervento inizia la fisioterapia. Il paziente dopo essere stato medicato ed aver rimosso il drenaggio endo-articolare, viene alzato autorizzando il carico totale e il ginocchio viene mobilizzato mediante una stecca elettrica (Kinetec). Il fisioterapista comincerà quindi il programma di riabilitazione stimolando il paziente a camminare con l' ausilio di due stampelle.
La durata della degenza dipende innanzitutto delle condizioni di aiuto che il paziente trova al proprio domicilio. Il ricovero dura da 4 a 7 giorni. Dopo il ricovero il paziente dovrà continuare la fisioterapia presso una clinica di riabilitazione.
Dopo il ricovero
Una volta ritornato a casa è raccomandato che il paziente continui ad eseguire gli esercizi insegnati dal fisioterapista. Il paziente non deve tentare a guidare la macchina fin quando non è stato espresso parere spacialistico favorevole.
La ripresa dell’attività lavorativa è possibile dopo circa 6 settimane (lavori d’ufficio) fino 3 mesi (lavori pesanti). Il rendimento completo del ginocchio è ottenuto non prima di 6 mesi dopo l’intervento.
Quali sono I rischi potenziali dell’operazione ?
L’intervento di protesi del ginocchio porta nella maggior parte dei casi grandi benefici al paziente. Però come qualsiasi atto chirurgico possono insorgere delle complicazioni. Il paziente deve essere informato sulle possibili complicazioni prima di dare il suo consenso.
Raramente dopo un’intervento di protesi del ginocchio si possono osservare le seguenti complicazioni o problemi non desiderati:
- Ematoma post-operatorio dovuto ad un sanguinamento più importante del solito. Per evitare che un ematoma rimanga nell’articolazione vengono inseriti dei drenaggi aspirativi sotto la ferita e all’interno del ginocchio. Questi drenaggi sono lasciati 24-48 ore.
- Infezione: La ferita o l’articolazione possono infettarsi e necessitare un nuovo intervento di pulizia. Antibiotici vengono amministrati durante l’intervento per prevenzione.
- Una lesione di nervi o vasi durante l’intervento è un evento molto rare ma sempre possibile.
- Un eccesso di produzione di tessuto cicatriziale può causare una limitazione della mobilità del ginocchio (anchilosi, artrofibrosi). Ogni tanto e reso necessario un ulteriore intervento di scioglimento delle aderenze cicatriziali. Solitamente il ginocchio operato raggiunge una flessione di 90° in 1 a 2 settimane. Raramente il raggiungimento di tale mobilità richiede più tempo. Per ricuperare rapidamente la mobilità del suo ginocchio il paziente riceve un adeguata analgesia ed è sottoposto a fisioterapia di mobilizzazione.
- Raramente si può osservare una lussazione della rotula .
- Durante le prime settimane dopo l’intervento è assai raro, ma possibile sviluppare un coagulo in una vena della gamba (trombosi venosa profonda) che può anche portare ad un embolia polmonare. Per diminuire il rischio di trombosi venosa si esegue una iniezione quotidiana di un farmaco per rendere più fluido il sangue e vengono messe delle calze compressive anti-trombotiche.